Quando arrivi a Tarquinia dall’entroterra laziale, la percezione di essere in una terra dove è passata la grande storia dell’Occidente ti raggiunge inesorabile.
Maestosi acquedotti romani che solcano il paesaggio aperto della Maremma, che qui è un insolito e armonioso sali e scendi, diversamente dalle vaste pianure tipiche della regione dalle quali questa prende il nome (Latium = ampio, aperto).
Estese aree archeologiche etrusche che, costeggiate in auto, creano grande curiosità per le anguste file di scalette che scompaiono misteriose nel sottosuolo.
Il Tirreno sullo sfondo, generoso di tramonti mozzafiato.
Il centro storico perfettamente contaminato da architetture gotiche, medievali o di epoche più antiche.
Tutto impone una certa riverenza.
Si è arrivati nell’antica capitale del mondo etrusco. Tarchna.
Sempre su questo tratto di costa tirrenica ci sono i siti dei più importanti reperti dell’arte antica. Sovana. Vulci. La celeberrima tomba François.
Insomma, vivere qui significa respirare la magnificenza della grande storia. Non puoi non accorgerti da quanto lontano provenga la cultura della civiltà in cui sei nato.
Non puoi non riflettere su cosa sia il tempo. E il significato che questo imprime all’essenza delle cose. E quindi anche a quella dell’Arte.
Difficile, di fronte all’autorevolezza di una realtà solcata dai millenni, farsi convincere che, in fatto di arte e cultura, per apparire validi, è d’obbligo conformarsi all’ultima moda.
Massimo Stefani è nato e vive a Tarquinia.
Chi lo conosce sa che vive di passioni. E ci ribadisce che è disposto a vivere solo così.
Aggiunge che il “Movimento Arcaista”, nato per tutelare il più antico significato dell’Arte, non poteva che nascere qui.
Una volta che arrivi a capire che stai facendo qualcosa di buono, il non farlo te lo porteresti dietro tutta la vita.
Massimo Stefani
Nel Movimento Arcaista si sono riconosciuti migliaia di artisti da tutta Italia (e anche oltre) fin dalla sua nascita, quando Massimo, con un gesto che presupponeva una certa audacia, dopo averne scritto il manifesto, decise di divulgarlo su una rivista d’Arte.
Doveva apparire come una follia parlare ad un mondo ammaestrato da decenni alle novità avanguardiste, proporre un linguaggio che guardasse all’antichità come modello.
Invece fu un’esplosione di consenso che si misurò sulle decine di migliaia di adesioni.
A testimonianza che l’Arte legata alla tradizione non solo non è mai morta come da decenni si vuol far credere, ma ha una grande voglia di farsi sentire.
È qualcosa sulla quale si riconoscono moltitudini di Artisti veri, nonostante la pressante costrizione del sistema di informazione ad imporre sulle prime pagine l’ultima trovata concettual-astratto-filosofico- minimalista.
Oggi il Movimento Arcaista è una realtà unica nel suo genere che prosegue diritta per un suo naturale cammino.
Massimo Stefani sembra avere le idee molto chiare. Sia sul concetto di Arte che sul ruolo del Movimento Arcaista per il futuro.
1 commento
bella intervista
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