Le riprese di questa intervista al Maestro Gianpietro Moretti, pittore e scultore, risalgono a ben più di un anno fa, mentre il mondo era in piena emergenza pandemica. Dopo alterne vicende che ne hanno fatto slittare la pubblicazione fino ad ora, durante il montaggio video siamo rimasti nuovamente colpiti, così come lo fummo al tempo, dalla presenza fisica, al contempo umile e perentoria, dell’Artista, che racconta di sé principalmente in veste di scultore del marmo, benché professionalmente formatosi come pittore.
È una intervista di rara intensità e franchezza, ad un Artista che incarna le qualità pressoché opposte a quelle vacue ed esteriorizzanti che sono in voga nei tempi recenti: schivo e umile quanto risoluto ed infaticabile, sicuro nelle sue decisioni eppure disposto a cambiarle quando la trasfigurazione creativa dell’opera lo richiede, serio e rispettoso delle proprie radici culturali e territoriali ed altrettanto pronto a guizzi inaspettati e liberi da legacci di ogni genere, cultore del savoir faire artigiano ed al contempo padrone della sua identità di autore.
Insomma una testimonianza da non perdere assolutamente, perché quando saranno svaniti i fumi della sbornia nichilista che vive il mondo dell’arte in tempi recenti, è ad autori come Moretti che ci rivolgeremo per conoscere i fondamenti del fare artistico dimenticati per la miopia delle mode.
Artista autentico, di quelli che custodiscono ed onorano quel sapere, esperienza e poetica senza tempo che la narrativa corrente vorrebbe avessero fatto il loro tempo.
Molti sono i temi, tra quelli ricorrenti nell’attività del maestro, che ci hanno colpito profondamente contemplando le opere esposte in laboratorio: tutte quelle che trattano il dialogo tra forma negativa e positiva ad esempio, hanno un fascino metafisico irresistibile, in ognuna delle varianti compositive realizzate, indipendentemente dalle dimensioni e dai materiali: le sembianze di volti maschili e femminili, scolpite in calco, ossia concave e vuote anziché piene e convesse, illuminate lateralmente appaiono non solo convesse, ma mobili ed enigmatiche. Lo stesso Moretti ce ne parla nell’intervista, dicendoci dei vari aspetti della realizzazione.
La Pelle
La trattazione di questo tema tocca uno dei suoi vertici nell’opera pubblica “La Pelle” che possiamo vedere nelle tre dimensioni attraverso l’emozionante video di Alberto Malinverni: realizzata in marmo di botticino classico, nelle misure di 200x160x70, ci mostra un volto ieratico maschile scolpito in convesso, e un volto femminile dolce e misterioso scolpito in negativo al suo interno. Il tema della natura umana maschile rivolta verso l’esterno e quella femminile verso l’interiorità raggiunge in questa opera gli esiti più imponenti ed evocativi. Nello spessore del blocco di marmo sui lati, gli straordinari bassorilievi con motivi floreali, di unione attraverso il bacio e di natura simboleggiata dall’elicoide del DNA completano un’opera che riassume in sé una possibile armonia con il creato.
Ortodentro
La natura è una presenza costante nell’opera di Moretti, un vero e proprio monito che riconduce la presenza umana nel creato là dove il divino ha disposto che possa esistere in armonia con tutto il resto.
L’altorilievo gigante “Ortodentro” porta l’indagine delle forme vegetali dalla scala di miniatura bidimensionale con cui Dürer le onorò nella celeberrima opera ad acquerello “La Grande Zolla” a quella solida del marmo, in scala naturale e dimensioni complessive monumentali. E che pur imponendosi per massa fisica e grandezza, paradossalmente comunica un senso di delicato rispetto e devozione per qualcosa che supera la dimensione e prospettiva umana.
Ricavato da una materia difficile e nervosa come il marmo di Botticino, l’intrico delle specie vegetali che nei primordi permisero all’umanità il passaggio alla vita stanziale, è di un virtuosismo tecnico che rasenta l’impossibile, un approccio di sfida alla materia proprio di certa scultura dell’Oriente impiegato per trattare con sensibilità formale nordeuropea un tema che si impone perché va oltre il tempo.
I Bronzi
Vocàto come scultore alla lavorazione del marmo, Moretti ha affrontato in molte occasioni opere in fusione di bronzo, in varia scala e dimensione, che trattano spesso il tema del volto e della figura umana, individuale o in gruppo.
Trattando questa materia, gli esiti rispetto alla solida imponenza del marmo esaltano con forme volutamente più sottili, accennate e ieratiche, quel simbolismo intrinseco che rimanda al rapporto tra l’essere umano, i suoi simili e il creato in cui si snoda la sua esistenza.
Tutte le opere della natura create da Dio in cielo e sulla terra sono opere di scultura.
Benvenuto Cellini
Un evocativo connubio di silenzio e rispetto trasuda dai piccoli bronzi che onorano il loro debito verso una tradizione formale antica di secoli eppure attuale nella sensibilità con cui le scarne nudità si dispongono nello spazio.
Mentre un modellato stilizzato ma classico, valorizzato dal contrasto di finitura lucidata e dorata all’interno, e patinata in verde chiaro opaco all’esterno, conferisce la necessaria solennità e mistero ad una delle opere più emblematiche dell’Artista, ossia “Il Corpo e l’Anima”, riportata in copertina a questo post.
Installazioni
I grandi spazi, all’aperto e al chiuso, sono il teatro di elezione per le installazioni che conferiscono impatto e sorpresa alle opere marmoree del Maestro, che qui vediamo contemplare l’insieme concavo e convesso de “l’Enigma”, come reperto emerso tra i detriti di cava.
Il contrasto tra la forma scolpita e gli ammassi caotici dei residui di lavorazione, che amplifica l’effetto sullo spettatore rispetto alla collocazione del modellato in contesti asettici, riporta comunque l’attenzione sull’uomo come artefice delle trasformazioni del suo mondo attuate attraverso un operare fisico, che solo la sapienza e la disciplina trasfigurano per offrire lo stupore finale a chi osserva.
Agli antipodi insomma delle astrazioni intellettualistiche con cui vengono sostenuti interi filoni artistici che hanno perduto il contatto sia con la manualità che con l’essenza spirituale dell’uomo, per divenire capricciosi esercizi di stile da commerciare come status symbol per vanitosi parvenu.