La PAROLA, figlia dello SPAZIO, è lo strumento che la nostra cultura utilizza per comunicare e sviluppare le normali relazioni umane. Oggi la sua natura “informe” si adatta al clima torbido del nostro approssimativo e precario sistema; la sua logica come sempre si lascia plasmare dalle forze relative agli interessi del momento.
Il vigile occhio, testimone, per non lasciare che il nefasto principio si cristallizzi in un sistema che nasconde il senso della verità, cerca di contribuire alla formazione di un percorso meno confuso e privo di trasparenza.
Dobbiamo riconoscere però, che la nostra cultura costruita con la parola non è stata educata alla disciplina dell’osservazione e del rituale del gesto, termine carico del doppio significato: della percezione “intellettuale e sensoriale e del comportamento etico che ricorda il rito”.
In sostanza il nostro comportamento si adatta al tempo per cui la parola è il mezzo più adeguato per agevolare l’interesse personale.
Una immagine è un poema senza parole.
Orazio
La parola come sempre naviga nello spazio e il vigile occhio equidistante dai traffici quotidiani registra e segna con spirito di sacrificio tutti i movimenti scorretti che produce la parola.
Tra il punto di stazione dell’occhio e le varie posizioni della parola avvengono continui scambi che promuovono la varietà della qualità della vita.
Per imitazione questo sistema, che viene utilizzato per soddisfare il nostro ego, è dal mio punto di vista la peggiore condivisione che possa capitare al nostro essere.
La natura umana per non lasciarsi condizionare dalla cristallizzazione del sistema deve “sacrificarsi” per conquistare il senso alto della PERCEZIONE che caratterizza tutte le discipline artistiche.
La nostra Percezione dipende principalmente:
- Dalla forma fisico-geometrica dell’immagine, dell’oggetto o dell’insieme ambientale che si osserva;
- Dalla visione, dai sensi e dai nostri meccanismi neuro-fisiologici;
- Dalla storia, dall’esperienza e dalla nostra cultura personale e collettiva; è da considerarsi come un momento fondante, molto complesso e dinamico della conoscenza.
Questi punti che comprendono lo spazio ottico e lo spazio astrale esprimono l’avvio più adeguato al miglioramento della nostra qualità primaria strettamente precaria disordinata e materialista per condurci a una visione formale totale, più matura e consapevole perché si evolve da una condizione infantile a quella di adulto.
Il percorso sostanzialmente indica che la natura fisica che si manifesta nel bambino condizionato biologicamente dai bisogni primari, quando è completamente sviluppata sente la necessità di dare delle risposte al senso della vita per cui provoca il risveglio del corpo astrale, poi del suo corpo mentale che gli permetterà di staccarsi dall’ego per incarnare il senso del noi.
Solo in questa proiezione l’umanità potrà evitare la maschera che quotidianamente nasconde il volto che manifesta con i segni le anomalie che produce la nostra cultura materiale.