Nell’ottobre del 2019, Alberto Melari, artista italiano attivo prevalentemente nel campo della Pittura e dell’Illustrazione, pubblicò dapprima su Youtube e quindi su altri social network un video intitolato “I Falsi Artisti” che suscitò in breve tempo accese reazioni, dividendo il pubblico in modo nettissimo tra favorevoli e contrari.
Coloro che concordarono con la sua analisi dei fatti, relativa agli ultimi decenni di andamento dell’Arte, si espressero dicendo in sostanza che aveva avuto il coraggio di dire apertamente in pubblico, senza mezzi termini, ciò che in molti pensano ma non dicono se non tra i denti e in situazioni protette, al riparo da obiezioni.
Chi invece si scandalizzò, scagliandosi nei commenti contro i contenuti del video, con toni che hanno travalicato abbondantemente il fair play, obiettò che una tale radicale posizione, assunta per ignoranza o persino per totale incultura, getterebbe alle ortiche praticamente un secolo di conseguimenti evolutivi senza i quali l’Arte non sarebbe quello che è oggi.
Tuttora l’eco del video, giunto anche sulle pagine di quotidiani di larga diffusione, continua a generare reazioni accese in entrambe le direzioni. E, al di là delle opinioni che se ne possano ricavare, ha avuto il merito di sollevare in modo deciso un tema che rivela quanto scoperti siano i nervi del pubblico a riguardo.
Il Re è nudo!
Hans christian Andersen
In ogni caso, l’onda lunga delle reazioni, nei mesi successivi trovò uno sbocco nella nascita di un primo nucleo di artisti e appassionati d’Arte, di varia estrazione e percorso espressivo, che iniziarono a confrontarsi vivacemente sulle tematiche sollevate da Melari, per lo più attraverso il web date le difficoltà ad incontrarsi in presenza a causa della situazione di pandemia in corso.
Nel primo incontro dal vivo, svoltosi in Umbria, il dibattito prese toni accesi, che ebbero effetti sulla ridefinizione del gruppo iniziale e sulla sua linea di azione.
Infine, dopo un periodo di necessaria incubazione, la proposta di creare un magazine digitale coraggiosamente innovativo, sottoposta alla community trovò l’ascolto necessario da permettere ai promotori di adoperarsi fattivamente perché queste pagine potessero vedere la luce.
Ma eccolo, quindi, il video che ebbe la forza d’urto per dare l’avvio al tutto: ai posteri l’ardua sentenza, come solitamente si dice.